Sky ARTE HD – Aprile 2017

’ambizioso progetto scientifico che viene qui espresso vuole mettere in luce la storia di una collezione poco conosciuta e controversa di opere italiane dell’artista, realizzate in un momento nel quale egli espresse con intensità ed onestà il suo pensiero pittorico.“Una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile. (Luigi Pirandello)

L’introspezione psicologica alla quale l’uomo viene destinato tra l’Ottocento ed il Novecento spinge l’arte ad indagare una dimensione della coscienza e dei demoni interiori dell’essere umano, facendo trasparire ancor di più l’urlo, il dolore, le emozioni lancinanti ed il disagio della società che si stava venendo a configurare con fatica e con contraddizioni sempre più evidenti, in una ricerca della verità e soprattutto nel disorientamento relativistico generale dovuto ad una dimensione interiore che anelava a risposte che non arrivavano.

Francis Bacon, artista di origini irlandesi, nato a Dublino nel 1909, rientra in questo alveo di modalità espressive: discendente di una nobile famiglia, la quale vantava di avere tra gli antenati paterni il filosofo Francesco Bacone, il giovane visse una serie di turbamenti e difficoltà che lo allontanarono dal percorso che il padre aveva prefigurato per lui. Sofferente d’asma, difetto che lo sminuì agli occhi paterni, instaurò un legame importante con la nonna, e precocemente si rese conto della propria omosessualità. Allontanato dalla famiglia per tali ragioni e per la conflittualità costante che regnava in casa, il giovane nel 1926 si trasferì a Londra, appassionandosi a Nietzsche e al mondo dell’interior design. Da queste premesse, prese forma uno degli artisti più discussi del Novecento che esaminò la condizione umana e la elevò ad intima metafora della vita, deformando i soggetti e svelando quell’immagine che forse rispecchiava l’intima sua concezione di verità.

Uomo controverso, sregolato, che incarnava il cliché dell’artista dannato, Bacon seppe riconoscere la grandezza dei Maestri del passato, dai quali liberamente si lasciò ispirare nelle sue composizioni, da Picasso a Guercino, da Leonardo da Vinci a Velázquez e molti altri ancora. Attento anche alle tecniche fotografiche, le sue opere molto erano debitrici dello studio delle immagini di Eadweard Muybridge, pioniere della fotografia.

Bacon in molte occasioni fu in Italia e, nel nostro amato Paese, si dedicò alla realizzazione di un numero elevato di opere, ora nella Francis Bacon Collection di Bologna.

L’ambizioso progetto scientifico che viene qui espresso vuole mettere in luce la storia di una collezione poco conosciuta e controversa di opere italiane dell’artista, realizzate in un momento nel quale egli espresse con intensità ed onestà il suo pensiero pittorico.

L’arte è l’espressione del mistero della vita e, per questo, mistero essa stessa: è dunque ancor maggiore l’intensità dell’esperienza vissuta di fronte ad un’opera d’arte, il significato della quale va al di là di ogni spiegazione e si perde nell’inconoscibile.

Leggiamo una significativa affermazione di Bacon, presente negli Entretiens avec Michel Archimbaud: «la pittura […] è il risultato di una specie di conflitto tra la materia e il soggetto. Vi è come una tensione […] È anche vero che per me resta sempre importante la figura umana, le sue continue trasformazioni». Proprio questo conflitto intimo e messo sulla tela dall’artista diviene il fulcro di una teoria estetica dell’arte, di una filosofia della coscienza, di una “logica della sensazione”, per citare il titolo di un celebre saggio di Gilles Deleuze: l’uomo esprime il mistero dell’esistenza, l’universale arcano che accomuna tutti ma che in pochi riescono a comunicare.

Figlio del Novecento e delle sue sofferenze, Bacon fu interprete della “maledizione del corpo e dell’anima” che attanagliò l’individuo moderno, interpretabile alla luce della psicanalisi, della filosofia e della psicologia.

La mostra guiderà lo spettatore in un viaggio attraverso il quale ogni artista ed ogni individuo sono passati, alla ricerca di un senso, di una verità nel continuo mutare delle circostanze e nella generale difficoltà nel riuscire a definire i contorni del proprio essere.

“Conosci te stesso”, si leggeva nel tempio greco di Apollo a Delfi: questa massima ritorna con forza in tutte le epoche e a maggior ragione nel Novecento, in un momento in cui venivano messi in discussione i valori fondamentali dell’umanità, ed il senso dell’esistenza era minato dagli eventi che si susseguivano.

Citazioni di pensatori, scrittori, poeti, artisti saranno i punti di riferimento di questo viaggio in un mondo incerto e sospeso, nel quale ogni forma d’arte prova a disvelare la realtà. Suggestioni, riflessioni che accomunano l’individuo aiuteranno a comprendere la collezione di un artista tanto discussa ed al contempo tanto affascinante, delineata all’interno di relazioni e vita privata che si intrecciano nella storia.

Il progetto approfondirà inoltre alcune tematiche dell’artista irlandese: le crocifissioni, i papi, i ritratti e gli autoritratti, attraverso una nutrita scelta di opere provenienti appunto dalla Francis Bacon Collection of the Drawings Donated to Cristiano Lovatelli Ravarino.

Se dunque gli stimoli e gli apporti di Francis Bacon sono indiscussi, la mostra vuole rendere merito ed onore ad un coro di voci che ci rappresentano, che indagano le inquietudini di tutti noi, quell’essenza stessa dell’essere umano che è universale ed è il nostro tratto inalienabile.

La curatela dell’esposizione sarà affidata ad una personalità di spicco: Edward Lucie-Smith, poeta, critico e storico dell’arte, autore di oltre 200 tra libri, cataloghi e saggi. Tra le sue opere più celebri, riproposto in numerose ristampe, si ricorda “Movements in Art since 1945” (Penguin Press, 1965), “Art Now” (1977), “The Thames and Hudson Dictionary of Art Terms” (1984). È stato inoltre curatore di innumerevoli esposizioni in tutto il mondo, tra cui Liverpool, Cairo, Sharjah, Alessandria d’Egitto, Belgrado, Ostend, Atene, Verona, Praga.

Ha curato inoltre, insieme ad Umberto Guerini, “Francis Bacon, Works on paper. A catalogue of the drawings by the artist donated to Cristiano Lovatelli Ravarino”.

Tiene incontri, seminari e lezioni in svariate nazioni, tra le quali ricordiamo Argentina, Colombia, Brasile, Nuova Zelanda, Slovenia, Australia, Iran. Intrattiene stretti rapporti con il mondo dell’arte contemporanea orientale.

Ad affiancarlo la co-curatrice Giulia Zandonadi, giovane storica dell’arte e scrittrice

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