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Crocifissioni +
crucifixions
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21 gen / 21 feb.2016
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palazzo montanari
via galliera, 8
bologna
“Crocifissioni/Crucifixions”, un titolo scelto per indagare il modo in cui tre artisti, molto diversi tra loro, hanno affrontato il tema del sacro cambia improvvisamente il proprio senso.
La strage di Parigi del 13 novembre 2015 ha buttato addosso a ciascuno di noi il peso enorme non tanto della morte, che appartiene al naturale orizzonte della vita, ma del cinismo violento con cui si decide di programmarla, colpendo chi la pensa diversamente, chi vive diversamente, chi si apre ogni giorno al sorriso svelando e svelandosi, liberamente.
Peso che aumenta per le radici religiose che gli assassini invocano, invertendo con questo il senso del sacro che da tempo si è allontanato dalle offerte di sacrifici umani alle divinità.
Quella strage, per il semplice fatto di essere avvenuta, ha modificato e potenziato il valore semantico, culturale e politico della “crocifissione”, confermandone le radici ma anche sradicandolo da esse, facendolo esplodere assieme a quei morti e trasformandolo da simbolo cristiano di redenzione in icona universale del dolore causato dalla brutalità di crimini commessi in nome della fede, qualunque essa sia e di qualsiasi natura, religiosa o laica.In questo modo il simbolo più forte della identità cristiana si è espanso fino a diventare espressione universale dell’umanità straziata, ricordando a tutti ciò che può accadere quando la fede non viene temperata dalla ragione. Il sacro appartiene all’umanità prima ancora delle religioni che lo hanno espresso.
Di questo la mostra diventa immagine.
Umberto Guerini
“ Se il materiale che è uscito dallo studio di Francis Bacon dopo la sua morte può presentare dei problemi a causa della sua scarsa qualità artistica, la stessa cosa non può dirsi dei disegni che fanno parte della collezione da lui donata a Cristiano Lovatelli Ravarino.
Sono opere ambiziose, firmate, di grande formato, chiaramente realizzate come opere d’arte autonome.
Sotto molti aspetti esse sembrano riassumere l’essenza di ciò che Bacon aveva cercato di realizzare durante la sua vita artistica passata.
Perché sono stati fatti e perché sono rimasti semi nascosti per così tanto tempo?
E’ provato che Francis Bacon, alla fine della sua carriera, trovasse la sua fama sempre più oppressiva. Il suo rimedio fu scappare in luoghi dove fosse poco conosciuto o del tutto sconosciuto; in cui potere passare di bar in bar e di ristorante in ristorante e divertirsi come desiderava.
Uno dei suoi rifugi favoriti era l’Italia.
Un compagno costante delle sue avventure italiane era un giovane italo-americano di nome Cristiano Lovatelli Ravarino.
Numerosi sono i testimoni che li hanno visti assieme in tanti luoghi diversi come Bologna, Venezia e Cortina d’Ampezzo.
I disegni sono regali del pittore al suo giovane amico e in questo assomigliano a quelli che Michelangelo, in età avanzata, fece per il giovane Tommaso Cavalieri.
Numerose sono le motivazioni che hanno spinto Francis Bacon a realizzarli oltre al desiderio di celebrare l’amicizia.
Una fu semplicemente l’irrequietezza.
Nonostante fosse felice di fuggire dai confini del suo studio, Bacon voleva continuare a fare arte, ma arte leggera e portabile (anche se non tutti i disegni furono fatti in Italia, alcuni furono fatti nel suo studio di Londra).
Alla fine della sua vita voleva provare un altro mezzo, uno che lo aveva sempre intimidito. Sembra alche che egli abbia voluto correggere errori commessi nel passato.
Una caratteristica evidente di questi disegni è che essi riprendono i temi del lavoro fatto molto tempo prima nella sua carriera. Anche se i disegni appartengono all’ultima decade della sua vita artistica, i soggetti sono quelli da lui realizzati negli anni cinquanta – i Papi tratti da Velasquez e i ritratti di uomini d’affari. Le immagini dei Papi si espandono in una serie di ritratti di ecclesiastici, forse ispirati a quello che Bacon vedeva nelle strade delle città italiane. Ci sono anche ritratti di amici e immagini della Crocifissione, un soggetto che ossessionò l’artista durante la sua intera vita.
Bacon spesso espresse insoddisfazione verso i primi lavori che avevano costruito la sua reputazione, e questi disegni sono il tentativo di fare meglio.
Bacon considerava la sua relazione con Ravarino come non ufficiale, nel senso che egli non poté mai convincerlo a qualcosa di pubblico (Ravarino gli aveva detto che era preoccupato per la sua famiglia).
Sembra avere pensato che anche i disegni dovessero essere, al pari, non ufficiali.
Ebbe considerevoli problemi per mantenere segreta la loro esistenza al suo rappresentante commerciale, la potente Marlborough Gallery, che desiderava preservare la personalità sciamanica dell’artista più di quanto volesse fare l’artista stesso.
Un aspetto affascinante di questi disegni è che essi sono il lavoro di un Laocoonte, un uomo che ha combattuto duramente per scappare dai serpenti avvolgenti del proprio mito e tornare al piacere di fare arte per il solo piacere di farla – nessun’altra ragione che questa.”
Edward Lucie Smith
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GLI ARTISTI IN MOSTRA
Gli artisti in mostra a Bologna
Da quando nel 1927, all’età di sedici anni, Francis Bacon decise di “provare” a fare il pittore, per il resto della vita egli ha avuto davanti agli occhi immagini della crocifissione. Che ha dipinto più volte.
Non solo quella, capovolta, di Cimabue, la cui riproduzione teneva appesa nel suo studio di Londra; ma anche quella “sadomasochista” del suo amico ed insegnante Roy de Maistre, oggi al Leicester Museum; e, in particolare, quella di Grunewald, oggi al Musee d’Unterlinden a Colmar. Ce ne sono state altre, parimenti importanti.
Hermann Nitsch è uno dei fondatori del movimento dell’Azionismo viennese e ideatore del Das Orgien Mysterien Theater (Teatro delle Orge e dei Misteri) che coniuga indissolubilmente la vita, l’arte, la filosofia, la musica, il teatro e la pittura.
In Crocifissioni sono esposti due dei suoi disegni più importanti: l’Ultima Cena (1976-79) e la Deposizione nel Sepolcro (2007). Due momenti fondamentali della vita di Cristo, in cui è l’umanità del figlio del Dio a prevalere, diventano sintesi del processo creativo del maestro viennese, che rappresenta l’esistenza umana nei suoi due aspetti apollineo e dionisiaco, spirituale e sensuale.
Tutte le invasioni sono barbariche... le indicibili torture non scuotono solo le coscienze... si fanno anche sulla nostra pelle. Un crimine nel crimine, disumano... è la peste che illegalmente ci affligge.
Sevizie brutali e crudeli. Un giovane urla bendato... cani e belve che si agitano vicino al corpo... un uomo nudo incappucciato anche lui mascherato. Le sevizie continuano. Sto disegnando (provo a farlo) lo scempio. Tutto color terra, viola la figura centrale, nero il torturato. Grande forbice sulla testa. Forse troppo “letterario”, troppo descrittivo... Riuscirò a far riconoscere il mio stile – mestiere? Devo ridurre la brutalità come processo ma non rinunciando ad essere... Pozzati... anche se la barbaria non è nel mio “cilindro”.
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Crocifissioni +
crucifixions
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21 gen / 21 feb.2016
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palazzo montanari
via galliera, 8
bologna
Orari
La mostra Crocifissioni + Crucifixions apre al pubblico dal 21 Gennaio al 21 Febbraio 2016
LUN - VEN 15.00 - 20.00
SAB, DOM, FESTIVI 10.00 - 20.00
Durante la notte bianca dell’arte, Sabato 30 Gennaio 2016, la mostra resterà aperta fino alle ore 00.00
Informazioni
Per richiedere informazioni sulla mostra e sulla The Francis Bacon Collection of the drawings donated to Cristiano Lovatelli Ravarino si prega di inviarci una email al seguente indirizzo
info@francisbaconcollection.com.