3 marzo 2018 – TorinOggi
Ha aperto ieri, venerdì 2 marzo, a Palazzo Cavour la mostra “Mutazioni”, dedicata al pittore Francis Bacon, che resterà allestita fino al 20 maggio.
Nato in Irlanda nel 1909, da una famiglia che vantava la discendenza dal filosofo Francesco Bacone, Bacon si muove in un’epoca in cui la sua omosessualità era considerata reato. Da qui traspare l’angoscia esistenziale delle sue opere, vista anche la difficile vita che ha avuto.
Organizzata da Next Exhibition in collaborazione con Con-Fine Art e la Francis Bacon Collection di Bologna, la mostra è curata da Gino Fienga e propone 60 opere. Si tratta di disegni, realizzati tra il 1977 e il 1992, accompagnati da una serie di contenuti multimediali.
Nella dimensione interiore dell’artista si scontrano tratti potenti e visionari, dolori e contraddizioni della società che andava delineandosi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Un mondo in pieno sviluppo industriale che a breve si sarebbe confrontato con il primo, drammatico, conflitto mondiale.
“Questa selezione – ha spiegato Gino Fienga – è stata pensata per questa mostra, ma non è escluso che vada in giro in altre città”. Ma esistono altre mostre nel mondo, di cui alcune attualmente in corso, che nascono dagli 800 disegni di cui è proprietario il collezionista Cristiano Lovatelli Ravarino. Intimo amico di Bacon, Ravarino ha ricevuto in regalo dall’artista questo enorme patrimonio di opere. Era dal ‘62 che a Torino non si teneva una mostra personale dedicata a Bacon, quando fu la Gam a ospitare, unica in Italia, diversi dipinti dell’artista.
Questa volta si tratta di opere a matita su carta, tra cui il ritratto di Picasso, diversi autoritratti e uno studio per il ritratto di Giovanni Agnelli, oltre a diverse figure in pose differenti, di cui molte anche colorate a pastello e collage. Una sezione, infatti, è dedicata alle “figure”. Come lo stesso Bacon affermava, ed è una frase riportata anche durante la presentazione: “Penso che l’arte sia un’ossessione per la vita e, dato che siamo esseri umani, la nostra più grande ossessione è quella per noi stessi”.