12 Gennaio 2017 – la tribuna di Treviso

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Treviso è affetta da “Sindrome da impressionisti”. Vittorio Sgarbi, in visita alla mostra di Bacon a Ca’ dei Carraresi, come da copione non le manda certo a dire, e sposa l’esposizione del suo “figlioccio” Andrea Brunello. “Lui crede nel commerciale, e non fa il critico, ma il produttore. Essendo più giovane, non ha avuto l’opportunità di incontrare un banchiere”, sostiene Sgarbi, scagliando la prima frecciata a Goldin. “Ha usato la versatilità, restando nel suo ambito. Con coerenza e onestà fa quello che gli viene comissionato, come produttore”.
Sgarbi ha avuto modo di fermarsi a lungo a Ca’ dei Carraresi, per la mostra che raccoglie molte opere dell’artista di Dublino e di altri autori, creando un percorso che porat i visitatori a delineare la figura dell’uomo moderno a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
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Poi nel tardo pomeriggio ha visitato anche la mostra a Santa Caterina e il Museo Bailo, con l’assessore alla cultura Luciano Franchin. “Treviso ha avuto nel passato dei momenti di grande gloria, prima legati a Coletti, i restauri del Botter, le case dipinte, gli affreschi di Tommaso Da Modena. Successivamente con Menegazzi e Manzato, che ha fatto attività meno spettacoli, ma ha continua quella di conservazione. Poi c’è stato l’arrivo traumatico di Goldin. Si sente a suo agio quando si muove nell’ambito di autori su cui ha la certezza di incontrare la risposta del pubblico”.

“Sgarbi ha più volte sottolineato la grande ricchezza del patrimonio artistico cittadino – ha dichiarato l’assessore ai beni culturali Luciano Franchin – restando stupito dal valore delle opere contenute nei nostri Musei Civici. Il critico è rimasto affascinato dal Bailo sia dal restauro sia dal contenuto della collezione”. “Treviso è davvero uno scrigno di bellezza”, ha detto Sgarbi.

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