6 Giugno 2009 – VENEZIA SI
E’ organizzata nell’ambito della 53. Biennale di Venezia ma, di fatto, si tratta di un evento slegato e straordinario, un ‘unicum’: è la mostra di disegni di Francis Bacon intitolata La Punta dell’Iceberg e ospitata a Cà Zenobio degli Armeni a Venezia, già sede del Padiglione della Repubblica Araba Siriana.
E’ organizzata nell’ambito della 53. Biennale di Venezia ma, di fatto, si tratta di un evento slegato e straordinario, un ‘unicum’: è la mostra di disegni di Francis Bacon intitolata La Punta dell’Iceberg e ospitata a Cà Zenobio degli Armeni a Venezia, già sede del Padiglione della Repubblica Araba Siriana.
La mostra – curata dal celebre critico d’arte inglese Edward Lucie-Smith e da Alberto Agazzani – presenta un ‘corpus’ di 20 disegni inediti su carta di varie dimensioni, con firma autografa di Francis Bacon e che delineano una galleria di personaggi umanamente mostruosi tipici dell’iconografia del celebre pittore irlandese scomparso nel 1992.
Alcuni anni fa (2003-2004) questi disegni – e molti altri – furono i protagonisti di un provvedimento penale, intentato per stabilire definitivamente l’autenticità dei disegni stessi. Fino ad allora era universalmente ritenuto assodato che Bacon solitamente non disegnasse e, se lo faceva, distruggesse immediatamente i suoi disegni, ma anche questa affermazione risultò non del tutto veritiera e queste carte, in realtà, sembravano essere solo una parte dell’attività artistica di Francis Bacon disegnatore, “la punta di un iceberg” secondo la definizione del critico baconiano David Sylvester.
Nell’ambito del processo molte furono le testimonianze e le perizie finché nel 2004 il tribunale chiuse l’inchiesta con una sentenza di assoluzione nei confronti del proprietario, Cristiano Lovatelli Ravarino, amico intimo di Bacon, dal quale egli asseriva di aver ricevuto in regalo il voluminoso plico di disegni in oggetto. Si sentenziò che una parte dei disegni recano la firma di Francis Bacon e, quindi, non possono ritenersi falsi.
A Venezia il pubblico appassionato e curioso d’arte, i critici ed i collezionisti che hanno fatto di Bacon l’oggetto della loro passione potranno ammirare per la prima volta diverse carte autenticate, le cui grandi dimensioni (alcune misurano sino ad un metro per un metro e mezzo) saranno una vera sorpresa.
Il famoso critico d’arte britannico Edward Lucie-Smith, curatore con Alberto Agazzani della mostra, sostiene che gli straordinari disegni della raccolta Lovatelli Ravarino sono opere complete in sé ed indipendenti e non studi preliminari. E afferma “si stravolge ciò che conoscitori e studiosi di Bacon hanno costruito intorno alla sua arte, infatti l’interpretazione comunemente accettata della sua carriera viene così capovolta: Bacon non è più uno sciamano magico esistenzialista, ma qualcosa di molto più vicino ad un normale artista”.
E’ affascinante – e forse ovvio – a questo punto chiedersi cosa il gruppo di disegni in esposizione possa significare nel contesto generale dell’opera del controverso artista irlandese.
I personaggi non sono ben delineati ma in alcuni di essi sono riconoscibili – con tutta la loro potenza espressiva anche in quei pochi tratti – i suoi celebri Papi e il tema della Crocifissione, che sono tra i lavori più noti e discussi.
“La forza di un’immagine si misura dalla sua capacità di penetrare l’occhio e così d’insinuarsi nell’anima di chi l’osserva. – commenta Alberto Agazzani – E’ come un virus che attacca l’uomo attraverso la vista e ne ammorba l’anima, procurandogli un turbamento senza cura. Bacon in questo è stato l’untore più spietato del Novecento, dando forma visibile ai mostri, alle inquietudini, alle mostruosità ed ai turbamenti non tanto o solo di un’intera epoca, ma dell’umanità intera ed amplificandone il potere ammorbante, la contagiosità attraverso la pittura.”
Accompagna la mostra un catalogo edito da Christian Maretti Editore con testi critici di Edward Lucie-Smith e Alberto Agazzani.
L’esposizione è organizzata da Bit Art Gallery e si avvale del contributo di Sofisa.
Quando: Da 7-giu-2009 A 22-nov-2009
Dove: Cà Zenobio degli Armeni, Dorsoduro 2596 – Venezia